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Volontariato carcere missione che continua

Volontariato carcere missione che continua

Ripartono attività e occasione di sostegno concreto

Il carcere non può essere una parentesi buia, uno spazio da relegare nell’ombra. Deve rappresentare innanzitutto il luogo in cui si realizza il riscatto sociale della persona detenuta, la porta attraverso cui si passa per ritornare, trasformati, alla vita comunitaria . La missione che l’associazione VolCa (Volontariato Carcere) guida da oltre trent’anni è perfettamente sintetizzabile nelle parole appassionate della presidente Caterina Vianelli. Organizzazione di volontariato e non più Onlus a seguito della riforma del Terzo Settore, la realtà associativa si riaffaccia finalmente all’esperienza di relazione con la popolazione dell’istituto di reclusione di Verziano e della Casa circondariale Nerio Fischione dopo essere stata obbligata a mantenere la distanza durante la lunga stagione pandemica. Stanno riprendendo in questi giorni, animate da un gruppo formato da 45 volontari laici e supporto dai cappellani don Faustino Sandrini e don Adriano Santus, le numerose attività culturali, pastorali, di animazione e socializzazione promosse all’interno delle mura carcerarie per offrire occasioni di conforto e sostegno morale. L’impegno del VolCa è orientato a coltivare tanto le peculiarità socio-emotive, espressive e spirituali dei detenuti – da qui i corsi di arte terapia e i laboratori sartoriali, l’animazione della messa e gli incontri di catechismo, lo sportello di Segretariato sociale garantito in collaborazione con la Caritas – quanto i bisogni materiali che attengono alla vita quotidiana: i volontari gestiscono un magazzino attraverso cui forniscono biancheria intima, vestiario e calzature ai detenuti appena arrivati e a quelli, soprattutto stranieri, che non possono contare sull’aiuto dei familiari. Nei tre appartamenti messi a disposizione del Comune e nei due della Congrega della Carità Apostolica sono accolti i detenuti giunti a fine pena e che godono di permessi premio oppure quelli che beneficiano di misure alternative alla detenzione: Lo sportello di ascolto nella sede di via Pulusella serve per orientare nella ricerca di un’abitazione o di un lavoro, oppure per dare una mano alle famiglie nel pagamento di bollette o rette scolastiche – ha spiegato Vianelli, ribadendo – il valore di un percorso di accompagnamento capace di ricondurre nella società ed evitare il più possibile la recidiva del reato .

D.Vit.

Mano amica del “VolCa”

Mano amica del “VolCa”

L’associazione Volontariato Carcere si lascia alle spalle un anno che non potrà essere dimenticato e riprende a erogare i suoi servizi a favore di una realtà, quella carceraria, già tanto debole e isolata.

Ripartono le attività del “Vol.Ca.”. L’associazione Volontariato Carcere si lascia alle spalle un anno che non potrà essere dimenticato e riprende erogare i suoi servizi a favore di una realtà, quella carceraria, già tanto debole ed isolata. “Se volgiamo lo sguardo all’anno passato – afferma la presidente, riconfermata per il prossimo triennio, Caterina Vianelli -, possiamo scorgere la luce dell’impegno, della responsabilità, della generosità di un servizio che, in modi diversi, ciascuno di noi ha saputo donare ad una realtà di grande emarginazione, quale è quella della reclusione”.

I colloqui con i detenuti. Nelle due strutture di Brescia e di Verziano potranno ora riprendere i colloqui con le persone detenute riguardanti informazioni di carattere generale o volti a fornire un sostegno morale e un aiuto nel percorso di reinserimento sociale, gli incontri di catechismo, l’animazione della Messa, il magazzino del vestiario, lo sportello del Segretariato Sociale sorto per iniziativa della Caritas come segno giubilare della presenza della Chiesa bresciana in carcere, il corso di sartoria e gli accompagnamenti per i permessi premio.

La sede riaperta. Potrà essere finalmente riaperta anche la sede di via Pulusella il cui personale gestisce pratiche amministrative, fornisce ascolto e sostengo anche economico a ex detenuti e ai loro familiari, offre un servizio di domicilio postale a persone prive di residenza, si occupa del rinnovo delle convenzioni per i lavori di pubblica utilità e coordina un magazzino con beni di prima necessità e prodotti per l’igiene personale.

L’accoglienza. Il “Vol.Ca.” ha in carico anche sei appartamenti per dare ospitalità a persone detenute in permesso e in misure alternative alla pena. “Abbiamo potuto mantenere aperti solo gli appartamenti, dove si sono accolti detenuti che la direzione del carcere e l’Uepe hanno preferito far uscire per limitare le possibilità di contagio”.

Le iniziative future. Nel corso dell’ultima assemblea sono state indicate anche le future iniziative che si ritiene opportuno mettere in campo. “Siamo alla ricerca di nuovi volontari necessari per avere energie nuove per lo svolgimento delle attività e cerchiamo la collaborazione con enti e istituti del territorio utili per aumentare la sensibilizzazione su questi temi. Cerchiamo di operare per favorire il più possibile l’alleggerimento delle strutture penitenziarie, finché non arriverà a compimento la realizzazione del nuovo carcere”.

Il sovraffollamento. Attualmente nelle carceri italiane sono recluse 53.661 persone, a fronte di una capienza di 47.445. Siamo lontani dalla quota 60.000, registrata nel picco dell’anno scorso, ma la situazione desta comunque allerta, in particolare nella situazione post-pandemia. Nella particolare categoria del sovraffollamento delle carceri, una recente indagine mette purtroppo il nostro Paese l’ultimo posto. E il “Nerio Fischione” di Brescia è da sempre tra i peggiori istituti penitenziari italiani. “Le iniziative che proponiamo –  conclude la presidente – sono in linea con le affermazioni del Ministro della Giustizia Marta Cartabia quando dice che “la certezza della pena non è la certezza del carcere, che per gli effetti de socializzanti che comporta, deve essere invocato quale ex trema ratio”. Il tema del sovraffollamento, come afferma il Ministro, è una questione “da affrontare su una pluralità di fronti” e sono da valutare misure alternative alla detenzione, soprattutto nei casi di “pene detentive brevissime”.

Vittorio Bertoni

Vol.Ca, il ritorno in carcere ≪Ma serve un nuovo istituto≫

Vol.Ca, il ritorno in carcere ≪Ma serve un nuovo istituto≫

Sono riprese le attività degli associati dopo lo stop di oltre un anno per pandemia

I volontari dell’Associazione Vol.Ca. (Volontariato del Carcere) riprendono il loro posto nelle carceri bresciane, dopo l’anno di emergenza che li ha visti impossibilitati ad accompagnare i detenuti.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria si sono riversati anche sull’associazione: da Febbraio 2020 i diversi servizi a favore della realtà carceraria, già tanto debole e isolata, sono stati interrotti ha evidenziato Caterina Vianelli, presidente il cui secondo mandato (triennale) è iniziato meno di un mese fa.

L’associazione – espressione della pastorale della Diocesi – si è ritrovata il 17 giugno e ha eletto un nuovo consiglio direttivo. Vianelli ha sostituito nel 2018 il presidente onorario Angelo Canori, venuto a mancare, ed oggi è affiancata da diversi consiglieri tra cui suor Isabella Belliboni (vicepresidente), Tiberio Boldrini (rappresentante della Caritas), dono Adriano Santus e don Faustino Sandrini, cappellani rispettivamente della casa circondariale <Nerio Fischione> (377 detenuti di cui 216 italiani e 161 stranieri) e della casa di reclusione di Verziano (47 uomini e 42 donne).

L’associazione Vol.Ca. offre colloqui di sostegno morale; incontri di catechismo; fa attività ti animazione pastorale e culturale; gestisce un magazzino di vestiario in entrambe le carceri. Le volontarie propongono alle detenute di Verziano un corso di sartoria e uno di arte-terapia. La presenza di Vol.Ca. vuole dunque essere non solo un supporto morale e materiale, ma anche un accompagnamento nell’ottica del recupero della persona detenuta, in linea con l’art. 27 della Costituzione, secondo cui la carcerazione non deve essere una parentesi inflitta, ma una possibilità di rieducazione e riscatto sociale ha evidenziato Vianelli.

L’attività esterna al carcere non si è invece mai fermata: fulcro è la sede dell’associazione in via Pulusella 14 (030-42322; https://volcabrescia.it), punto di riferimento per gli ex detenuti e le famiglie, i cui membri risentono tutti della carcerazione del coniugato. L’aiuto nei loro confronti può essere sia economico, si psicologico. Vol.Ca. dispone di appartamenti destinati a persone in misure alternative alla detenzione o per lo svolgimento di permessi premio; immobili concessi dal Comune di Brescia settore Servizi Sociali e dalla Congrega della Caritas Apostolica. Il reinserimento nella società attraverso opportunità abitative e di lavoro diminuisce il rischio di recidive: la collaborazione con le cooperative sociali per l’inserimento lavorativo dei detenuti, con i Servizi Sociali dei Comuni e con le parrocchie per identificare le soluzioni abitative è uno dei punti progettuali verso cui si orientano i passi dei 45 volontari (tutti con doppia vaccinazione), tra i 60 e 70 anni, cui Vianelli spera di poter presto affiancare anche un gruppo di giovani.

L’improcrastinabile problema del sovraffollamento del carcere di Brescia è tornato infine a evidenziarsi. La città ha bisogno di un carcere nuovo, organizzato con criteri di vigilanza moderni ha concluso Mario Fappani, già garante dei detenuti.

Alessandra Stoppini