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Giornata del Volontariato

Giornata del Volontariato

IL VOLONTARIATO PER UN MONDO MIGLIORE

Domenica 1 ottobre 2023, si è svolta a Pisogne (Brescia), sulle sponde del Lago d’Iseo, la prima Giornata del Volontariato, organizzata dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e dalla Commissione Giovani del Comune di Pisogne.

L’associazione Vol.Ca. (Volontariato Carcere) è stata invitata per portare la sua esperienza di volontariato a favore delle persone detenute e delle loro famiglie durante un momento di incontro pubblico, che si è tenuto al mattino.

Dopo i saluti istituzionali, a partire dal Sindaco Federico Laini, si sono succeduti gli interventi dei volontari Vol.Ca.: la Presidente Caterina Vianelli ha parlato sul valore e lo stile del volontariato nelle sue diverse forme, con particolare riferimento a quello impegnato nella realtà penitenziaria; la Vice Presidente suor Isabella Belliboni sulle Accoglienze, appartamenti protetti, gestiti dall’associazione per persone in esecuzione penale esterna; il volontario Giacomo Marini sul servizio del Segretariato Sociale e del Guardaroba negli istituti penitenziari bresciani.

In conclusione, ha portato la sua significativa testimonianza Cristina, ospite di un’Accoglienza, che pubblichiamo qui di seguito per evidenziare quanto bene può fare un’azione di volontariato in situazioni difficili della vita.

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Sono Cristina. Ho incontrato l’associazione Vol.Ca. (Volontariato Carcere) di Brescia in un brutto momento della mia vita. Da quando ho incontrato i volontari la mia vita è diventata più bella.

Per me loro non sono volontari, cioè persone che fanno solo dei servizi per me, ma sono amici che mi vogliono bene e io voglio bene a loro con tutto il mio cuore.

Quando ero in carcere la mia situazione era veramente molto difficile. Non potevo fare colloqui con i parenti perché la mia famiglia è lontana in Romania; non potevo quindi vedere la mia bambina e i miei familiari.

Inoltre, convivere con altre persone, avere a che fare con le altre donne detenute, che hanno caratteri e sensibilità diverse da te, è molto brutto: fuori queste persone le puoi evitare, ma dentro il carcere no, ci devi andare d’accordo per forza.

Ho avuto però la fortuna, dentro il carcere, di poter lavorare e questo mi ha permesso di riempire il mio tempo, di andare avanti con fiducia, di cominciare a guadagnare dei soldi, necessari per me e per mia figlia. Il lavoro, dentro, per me è stato di grande aiuto: il lavoro è importante, lavorare è importante.

Quando, nello sconto della mia condanna, sono rientrata nei termini per chiedere al Giudice una misura alternativa alla pena carceraria, si è presentato un grande problema: non avevo una casa in cui andare, una famiglia disposta ad ospitarmi perché i miei parenti vivono in Romania. Tutto questo pesava sul mio cuore!

L’incontro con i volontari del Vol.Ca. è stato l’incontro che mi ha cambiato la vita. Loro mi guardano e mi parlano come a una persona “normale”, cioè non come a una carcerata. Incontrare loro – persone a cui io voglio bene con tutto il mio cuore – mi ha dato una speranza. Ho incominciato a credere che potevo andare avanti nella vita non più da sola ma con loro accanto a me. Mi sono sempre stati vicino con affetto e consigli.

Mi hanno dato la possibilità di essere ospitata nel loro appartamento “protetto” per persone in misure alternative. Il Giudice ha accettato la mia richiesta di uscire in affidamento all’Uepe in una casa del Vol.Ca.

Il giorno in cui sono arrivata nel loro appartamento mi sono sentita profondamente felice e libera, sicura di poter andare avanti.

La mia giornata trascorre tra il lavoro, le pulizie della casa e la spesa; sento al telefono la mia bambina e la mia famiglia, mi incontro con i volontari e dedico io stessa del tempo al volontariato in un gruppo Caritas parrocchiale.

Sono certa che un giorno potrò ritornare in Romania e che tutta la sofferenza, che ho provato e che provo stando lontana da mia figlia e dalla mia famiglia, finirà.

Io non posso cambiare il mio passato, il dolore che ho procurato con il mio reato, ma posso cambiare il mio presente e il mio futuro. Nella vita tutti sbagliamo, ma è importante rendersene conto e non fare più sbagli.

Ogni giorno mi impegno in una vita buona per essere una brava persona, migliore di quanto sia stata nel mio passato.

Ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino e che mi stanno vicino. Grazie, dal profondo del mio cuore!

Primo incontro corso di formazione del 6 ottobre 2023

Primo incontro corso di formazione del 6 ottobre 2023

Percorso di formazione per volontari in ambito penitenziario: Farsi prossimi con competenza

Venerdì 6 ottobre 2023 con il saluto iniziale delle associazioni promotrici del corso – Caterina Vianelli (Presidente del Vol.Ca.), Silvana Bini (Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Brescia) e Marco Danesi (Vice Direttore della Caritas Diocesana di Brescia) – si è aperto il primo incontro del corso sul tema:

“Costituzione e Diritto Penitenziario. Cenni storici, norme sull’ordinamento penitenziario, il senso della pena”.

Hanno approfondito l’argomento gli organizzatori del corso: Alessandro Bertoli e Mauro Bresciani, Avvocati penalisti e consiglieri dell’Unione Giuristi Cattolici di Brescia.

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Da LA VOCE DEL POPOLO

Formarsi per poter aiutare

Un corso per volontari in ambito penitenziario perché acquistino le competenze per il servizio in carcere e per accompagnare i detenuti al di fuori

Il corso si impegna, infatti, a fornire ai volontari la conoscenza delle norme fondamentali relative all’ordinamento penitenziario, all’esecuzione della pena, alle figure che operano all’interno degli istituti penitenziari e agli aspetti più importanti per sostenere efficacemente le persone detenute, sia nel periodo della custodia cautelare sia in quello dell’esecuzione penale per favorirne il reinserimento nella società. Avere volontari formati quindi è “fondamentale – ha aggiunto Marco Danesi, vicedirettore di Caritas Diocesana – perché il volontario svolge un’azione di supporto al detenuto sia dentro la struttura carceraria, sia fuori, in fase di accompagnamento al reinserimento sociale, che è la parte più critica, dove se lasciato solo rischia la recidiva, quindi, il volontario è essenziale per offrire percorsi e stimoli alternativi di rieducazione”. Un ruolo perciò “di grande responsabilità e delicatezza, per questo necessita di una formazione permanente e consapevole – ha spiegato la presidente del Vol.Ca (Volontariato Carcere) ODV Caterina Vianelli. Crediamo molto nel recupero della persona che ha commesso reato, per questo il volontario diventa un punto di riferimento per il detenuto”.

Attenzione però “la figura del volontario non deve andare a sostituire quella dell’avvocato: non deve dare consigli legali, ma capire, comprendere e raccogliere le esigenze del detenuto in modo da poterle poi riferire in maniera corretta a educatori, direzione del carcere, etc − ha aggiunto l’avvocato Alessandro Bertoli coordinatore del corso −. Durante gli incontri, tratteremo anche il tema della giustizia riparativa, una novità introdotta dalla riforma Cartabia ancora in fase di sperimentazione: vogliamo dare ai volontari un’infarinatura anche su questo argomento perchè può essere che i detenuti facciano poi domande a riguardo. Inoltre, la Caritas di Bergamo ha già costituito da anni un centro di giustizia riparativa che sta lavorando bene, perciò potremmo valutare in futuro di portare quest’esperienza anche a Brescia”. Ventisette le persone già iscritte al corso, maschi e femmine sotto i 50 e sopra i 60 anni (per iscriversi, volca.bs@gmail.com), in partenza quindi, domani con il primo incontro dal titolo “Costituzione e diritto penitenziario” a cura degli avvocati Bertoli e Mauro Bresciani; il 20 ottobre sarà la volta delle “Misure cautelari ed esecuzione penale esterna” con gli avvocati Ennio Buffoli e Stefano Paloschi; a seguire, il 10 novembre “Ultima tra gli ultimi” tenuta da Bertoli e dall’avvocato Gabriella Pezzotta e infine, il 24 novembre “Giustizia riparativa e mediazione penale” con la partecipazione degli Avvocati Alessandro Bertoli, Mauro Bresciani insieme a Filippo Vanoncini co-fondatore e referente del centro di Giustizia Riparativa della Caritas di Bergamo.

ANNA BELOMETTI

08 ott 2023 14:05

LE ASSOCIAZIONI SI RACCONTANO

LE ASSOCIAZIONI SI RACCONTANO

Il 25 giugno 2023, dalle ore 9 alle ore 18.30, si è svolta in Piazza Vittoria a Brescia la manifestazione “Le Associazioni si Raccontano” (VII Edizione) – promossa dall’Associazione “Noi per Brescia” in collaborazione con il “Centro Servizi di Volontariato” di Brescia e con il patrocinio del Comune di Brescia -, un evento solidale durante il quale diverse realtà di volontariato locali, nazionali e internazionali presentano progetti e iniziative rivolte alle fasce più fragili della popolazione e ai territori più disagiati nel mondo. Anche noi volontari Vol.Ca. abbiamo aderito alla manifestazione con un nostro stand informativo. “Presenza, condivisione e sensibilizzazione” sono le parole che descrivono la semplice esperienza vissuta lungo tutta la giornata. La realtà del carcere, ne siamo consapevoli, non è un tema di diffuso interesse e per certi versi può provocare anche qualche resistenza in chi lo accosta per la prima volta sentendone parlare o, come è accaduto nella giornata del 25 giugno, incontrando i volontari che vi operano. Crediamo che giornate come queste siano sempre buone occasioni di sensibilizzazione e di avvicinamento della città al mondo del carcere, per evitare che di questo se ne senta parlare solo in occasione di spiacevoli episodi da prima pagina di giornale. La quotidianità che volontari e cappellani condividono con le persone ristrette all’interno e all’esterno del carcere (là dove le persone scontano la loro pena in una misura alternativa) è una ricca esperienza che mira a favorire la crescita umana non solo del ‘dentro’ ma anche di quel ‘fuori’, dove la persona ristretta tornerà a riprendere in mano la sua vita. Occasioni come la giornata del 25 giugno sono preziose per tutto questo

Suor Isabella

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA

“UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA”

La mediazione è l’argomento a cui è dedicato il libro di Maria Martello, giudice presso la Corte di Appello di Milano, che tratta anche di diritto, umanesimo e cultura, analizzando situazioni particolarmente delicate.

Il testo, diviso in tre parti, prende spunto dal quotidiano, osservando che «il Diritto evolve, è materia viva che muta per accogliere, integrare o lasciare il posto, almeno in parte, a nuove forme più rispondenti al futuro che vogliamo costruire» (p. 13). Dalla riflessione emerge un nuovo modo di intendere la giustizia, per superare i conflitti che la vita di tutti i giorni presenta nella comunità civile. Un diverso rapporto con il prossimo è l’incipit di ogni possibile relazione, evidenziando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide.

Lo studio dimostra come l’arte del mediare divenga una nuova modalità dell’essere. Nell’accurata prefazione, Cristina Simonelli evidenzia come esso sia «un approccio complessivo, la cui pietas e la cui sacralità attraversano la storia di tutti» (p. 10).

L’autrice mette in risalto l’origine antichissima dell’istituto, che si ritrova anche nel dialogo di san Francesco con il lupo, nei Fioretti: la parola prende il posto della violenza, per la costruzione di un percorso comune, non più dettato dall’individualismo.

La mediazione vuole raggiungere un obiettivo che non è limitato solo nell’attività dei tribunali, ma si estende anche ai vari contesti nei quali si manifesta: «La mediazione assume come suo scopo precipuo la trasformazione delle relazioni che hanno generato il contrasto, mutando in ciascuno dei confliggenti la percezione del punto di vista dell’altro e chiarendo, al contempo, il proprio, precisando gli obiettivi reali e le motivazioni che spingono a trovare vie d’uscita soddisfacenti per tutti» (pp. 122 s). Un’alterità dialogante che superi le fratture, costruendo un nuovo assetto sociale: «Soltanto tramite l’ascolto e la comprensione delle ragioni di entrambi i confliggenti – osserva l’autrice – si può pervenire all’accordo che non umili nessuno dei contendenti e riconosca a entrambi pari dignità» (p. 81).

Il volume offre spunti preziosi di riflessione, rivelandosi utile per i professionisti e per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a un tema così importante per lo sviluppo della collettività.

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MARIA MARTELLO

UNA GIUSTIZIA ALTA E ALTRA. La mediazione nella nostra vita e nei tribunali, Prefazione di Cristina Simonelli, Edizioni Paoline, Milano 2022.

  • Il libro è stato presentato la sera di giovedì 3 novembre 2022 a Brescia, presso l’oratorio di Sant’Afra, durante un incontro organizzato dalla Libreria Paoline della città. Presentati da Valentina Costa, sono intervenuti Maria Martello, Mariapia Garavaglia, don Stefano Fontana e Luisa Ravagnani.